, Ugolini Gianluca

Ancora un'altra associazione?

Ma ce n'era proprio bisogno? Forse questa domanda é venuta e verrà a molti, vedendo la nostra nuova associazione.

Anche noi ci siamo posti la domanda, ma la risposta avevamo già. L'abbiamo sperimentata durante la nostra prima missione in Ucraina: i bisogni sono infiniti e si frammentano in mille rivoli. Così pure le organizzazioni umanitarie, che devono raggiungere un'infinità di persone in migliaia di comunità.

Ognuno fa la sua parte, con logiche e regole diverse.

Le grandi organizzazioni sono più stabili, autonome e capaci di grandi e importanti progetti. Spesso possono dedicarsi alla ricostruzione e miglioramento dei servizi del Paese interessato. Hanno risorse, personale qualificato e mezzi. Hanno struttura e regole. A volta questo é anche il loro limite, che comporta il dispendio di risorse finanziare per la struttura stessa o impediscono di arrivare nelle zone più calde dove i bisogni sono più grandi e urgenti.

Le piccole associazioni, come l'aiuto spontaneo, sono ovviamente meno strutturate e questo le espone al rischio di perdita di efficacia o di fallimento. Però sono più snelle, più veloci nella reazione e soprattutto, poiché é indispensabile, cercano e si appoggiano a organizzazioni locali, che sono capillari e sanno molto bene cosa serve e dove.

Noi apparteniamo naturalmente a questa seconda categoria, con una prerogativa non molto frequente in questo ambito: la specializzazione sanitaria.

Siamo piccoli, ma andiamo lontano e portiamo la nostra competenza e le nostre prestazioni professionali.

Abbiamo già visto quanto sono apprezzate.